Ecopsicologia:

Tutto ciò che accade alla Terra, accade ai figli e alle figlie della Terra

“È vero che incombe l’imminente pericolo che l’umanità si suicidi con le sue armi atomiche, biologiche o chimiche. È vero che essa sta perdendo tutte le qualità che fanno di un uomo un vero essere umano, e che dunque, anche se dovessimo sfuggire al rapido suicidio del genere umano, ci minaccia il pericolo di un ordine universale disumano. Tuttavia ci sono chiari segni del fatto che è ormai operante una controtendenza. (...) In realtà il numero delle persone che hanno capito quali pericoli minacciano la nostra  umanità è notevolmente cresciuto, e continua a crescere. Possiamo sperare che la maggioranza degli uomini si renda conto che l’uomo come specie vivente è in pericolo, e ancor di più lo è la sua qualità umana, e se ne renda conto prima che l’uomo stesso distrugga con le sue mani la possibilità di costruire un ordine sociale più umano di quello oggi dominante”, scrive l’etologo Konrad Lorenz nel suo saggio “Il declino dell’uomo” indicando anche alcune misure educative immediate per le giovani generazioni poiché la “sensibilità per le armonie deve essere destata e coltivata al momento giusto poiché può funzionare solo se è stata immagazzinata una gran quantità di dati” e “la miglior scuola nella quale il giovane possa apprendere che l’universo è dotato di senso è la pratica diretta con la natura”.

L’uomo ha quindi la necessità di riscoprire il suo legame con la terra poiché come disse Capo SeeAtLa “Tutto ciò che accade alla Terra, accade ai figli e alle figlie della Terra. L’uomo non tesse la trama della vita; in essa egli è soltanto un filo. Qualsiasi cosa fa alla trama, l’uomo la fa a se stesso”.

Ma non si tratta solo del futuro dell’uomo e dell’umanità, qui parliamo anche del presente perché il nostro benessere, la nostra salute sia fisica che psicologica, di oggi e di domani, dipende anche dal contatto che abbiamo con l’ambiente. Abbiamo perso la connessione con le nostre radici, con la nostra natura più profonda. Il bisogno di appartenenza è ancestrale nell'essere umano e la mancanza di un legame sensoriale ed emotivo con la terra, con il mondo naturale, è oggi causa di una crisi psicologica, spirituale ed ecologica. Ed è proprio della nostra salute psichica che si occupa l’ecopsicologia (www.ecopsicologia.it), una nuova branca della scienza nata negli anni novanta dall'incontro tra due giovani scienze, Ecologia e Psicologia, entrambe sempre più consapevoli di avere molto da darsi reciprocamente per affrontare ognuna le sue sfide, una sul piano ambientale, nel mondo esterno, e l'altra sul piano individuale, nel mondo interiore; due livelli che si rivelano profondamente interconnessi. La Psicologia sta cominciando adesso a riconoscere e a studiare la correlazione tra alienazione dall'ambiente naturale e malessere psichico. È proprio in quei paesi in cui viene a mancare sempre di più il contatto con la natura, nelle grandi concentrazioni urbane - rivela la Psicologia Ambientale, che si registra un aumento dei casi di depressione e di malessere psicologico.

L'Ecopsicologia promuove una visione eco-centrica del rapporto uomo-natura in cui si sottolineano le strette parentele e interrelazioni che abbiamo con il nostro ambiente e l'importanza, anche per il benessere psicologico individuale, di ritrovare e rafforzare il senso di appartenenza al pianeta Terra.

Risvegliando la consapevolezza della nostra più ampia identità terrestre, diventa possibile avvicinarsi all'ambiente in un modo spontaneamente rispettoso e improntato alla curiosità e meraviglia e, allo stesso tempo, diventa possibile conoscere se stessi in un modo nuovo, senza più sentirsi soli e isolati, ma riconoscendosi parte attiva di ecosistemi via via più ampi e complessi.

 

Per avvicinarsi a questa esperienza vi consigliamo di partecipare agli incontri o ai seminari che ogni anno l’Oasi LIPU di Casacalenda organizza proprio con questa ottica. Per scoprire date e tematiche tieni d’occhio la pagina “Eventi-Natura”.

Per gli uccelli, per la natura, per la gente

 

 

 

 

 

 

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© Autore Angela Damiano — Pubblicato sul periodico  “La Fonte”