Cruelty free:

Liberiamoci dalla crudeltà

Il suono della sveglia annuncia un nuovo giorno che ci accomuna un po’ tutti, almeno per i primi minuti: c’è chi si alza ancora sbadigliando e chi temporeggia nel letto in attesa di essere un po’ più sveglio ma tutti (o quasi) per prima cosa ci laviamo la faccia, ci laviamo i denti dopo colazione, qualcuno si mette una crema per proteggere la propria pelle e un profumo, alcune donne si truccano (chi più e chi meno). Un occhiata allo specchio e ci sentiamo a posto, ma ne siamo davvero certi?  Ma sì, abbiamo usato saponi e cosmetici che non ci hanno irritato la pelle e che ci faranno sentire sicuri “contro le aggressioni esterne”, poi siamo stati attenti ad acquistare solo prodotti di marca o consigliati da quell’attrice in quella pubblicità oppure sono stati comprati in Farmacia. Che cosa vorremmo di più? Vorremmo guardarci allo specchio ed essere soddisfatti non solo del risultato ottenuto grazie al prodotto ma anche della sua storia pulita. Questa volta però non parleremo di inquinamento, consumo di risorse e quindi di ambiente ma bensì di crudeltà!

Prima di immettere una nuova sostanza sul mercato devono essere eseguiti alcuni test per studiarne gli eventuali effetti poiché essa è destinata ad entrare in contatto diretto con l’uomo e nell’ambiente come rifiuto. Detto così “nulla da eccepire” ma spesso i prodotti vengono ritirati dal mercato perché nocivi per l’uomo e pochissimi vengono ritirati poiché tossici per l’ambiente. Quindi il vero e più sicuro test avviene con l’immissione nel mercato, con il suo uso sull’uomo e quando diviene rifiuto.

Allora perché per continuare a testare ogni sostanza su circa 1700 animali che, moltiplicati per le 30.000 sostanze che si prevede di sottoporre a test, diventeranno circa 50 milioni di animali?  ''Attualmente sono circa 40.000 gli animali impiegati ogni anno in Europa per testare gli ingredienti di creme, saponi e rossetti - afferma la LAV (Lega Anti Vivisezione  www.lav.it ) - ma entro il 2013 nessun animale sarà più sacrificato se saranno rispettate le scadenze previste nelle Direttive che regolano la produzione di cosmetici in Europa''.

Quattro le novità per gli animali introdotte dal decreto per il settore della produzione di cosmetici in Italia, secondo Roberta Bartocci, responsabile LAV:

- divieto di eseguire test su animali dei prodotti cosmetici finiti (da settembre 2004);

- divieto di commercializzare prodotti cosmetici finiti che abbiano subito test su animali (da settembre 2004);

- cessazione dei test su animali per materie prime cosmetiche entro il 2013;

- divieto di indicare il prodotto come 'non testato su animali', a meno che non sia garantito che il test non viene compiuto in nessun punto della filiera produttiva e non solo sul prodotto finito. Da marzo 2005 solo le aziende e i loro fornitori che non effettuano e non commissionano test su animali, sia su prodotto finito che sulle materie prime utilizzate, potranno adottare la dicitura “cruelty-free” o “non testato su animali”.

I test su animali non solo sono estremamente crudeli, ma non sono affatto utili per predire ciò che può accadere all’organismo umano quando viene esposto ad una sostanza, infatti, ciò che risulta innocuo negli animali può essere tossico per l’uomo. Nel corso degli anni i test sugli animali sono stati sostituiti da test alternativi, tra l’altro ritenuti migliori dal punto di vista scientifico e di qualità per i consumatori. Sul sito della LAV è possibile consultare l’elenco delle aziende che hanno sottoscritto lo standard cruelty-free: Non Testato su Animali” e che quindi applicano l’unico disciplinare riconosciuto a livello internazionale e che garantisce maggior sicurezza rispetto all’autocertificazione. Oggi sono disponibili circa 10.000 sostanze utilizzabili dall'industria cosmetica per formulare i propri prodotti. Il logo utilizzato sul prodotto non testato è un coniglietto proprio perché i conigli, insieme ai ratti e ai cani, sono gli animali più utilizzati nei test.

Purtroppo fino al 2013 almeno tre test saranno ancora consentiti per le sostanze cosmetiche. Si tratta del Test di irritazione oculare, Test di tossicità a dosi ripetute e Test di cancerogenesi che prevedono procedure cruente, possiedono diverse criticità e possono tutti essere sostituiti da validi metodi alternativi (per saperne di più visitate il sito della LAV).

Si calcola che gli ultimi 4 anni di questi tre test provocheranno ancora almeno 160.000 vittime solo in Europa: tutti gli animali coinvolti, infatti, muoiono durante la sperimentazione o vengono uccisi per effettuare le analisi.

Per non essere complici di queste uccisioni non aspettate il 2013 ma acquistate solo prodotti che riportano il logo o la dicitura Cruelty free (consultate il sito www.crueltyfree.it )!

Dopo il 2013 fate attenzione ugualmente perché non tutti i paesi e le marche sono cruelty free!

Per gli uccelli, per la natura, per la gente

 

 

 

 

 

 

Il sito della LIPU del Molise

© Autore Angela Damiano — Pubblicato sul periodico  “La Fonte”